Ci sono zone di Italia e del mondo che fin dalla notte dei tempi non hanno mai smesso di far parlare di sé. Per motivi buoni, ma spesso anche cattivi; perché sono belle da vedere e fantastiche da vivere, e poi perché attirano l’attenzione di gente e turisti provenienti da tutto il mondo. Vi starete chiedendo cosa c’entra questa introduzione con il fiore della ginestra. La risposta ve la forniamo subito. Quando si parla di ginestra si allude prima di tutto a un fiore straordinario appartenente alla famiglia delle Fabacee, ma non solo.
La ginestra è anche un fiore decantato in tutte le salse dal famosissimo poeta Giacomo Leopardi, che prima di morire a Napoli scrisse un’ode al Vesuvio che è rimasta e rimarrà nei secoli dei secoli. Non a caso, a Torre del Greco la Vesuviana ha una fermata dedicata al compianto scrittore autore anche del “Sabato del Villaggio”. La ginestra, insomma, è un fiore magico, che appare in letteratura sottoforma di tanti aspetti. C’è da dire che Plinio arrivò a scrivere che dalla cenere di questo magnifico fiore si può ottenere l’oro, ed è una supposizione che spiegherebbe il colore giallo acceso e dorato che caratterizza questa specialità.
In molti credono anche che questo fiore sia stato maledetto dal Cristo, in quanto fu la pianta che nel Getsemani fece rumore richiamando l’attenzione dei soldati che accorsero per portarlo al cospetto di Pilato. Insomma, la ginestra e una storia tutta da scrivere, un fiore circondato da leggende e credenze popolari che lo rendono unico.
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